PERCHÉ È BELLO DIPINGERE?
Dipingere è come parlare. Parlare meravigliosamente.
Per esprimere un desiderio, per chiedere un perché, per rispondere ad una domanda, voi vi servite delle parole.
La parola è il mezzo più usato per comunicare, per intenderci e trasmettere il nostro pensiero.
Ma non è il solo.
Anche la pittura e tutte le altre arti che esamineremo in seguito, sono altrettanti linguaggi, altrettanti mezzi di comunicazione.
Voi penserete che la parola, poiché è usata da tutti, è il mezzo più semplice perché tutti si capiscano e che, degli altri, potremmo fare a meno.
Ma, come si dice, le parole volano e nulla resta, qualora siano state dette, del loro significato.
Un quadro, così come ogni altra forma d'arte, è un vostro discorso che non vola via.
Se un vostro pensiero espresso in parole è rivolto ad una persona, un quadro è lo stesso pensiero rivolto a tutti coloro che lo guarderanno.
Facciamo degli esempi.
Il quadro che vi mostriamo nella figura è una Pietà che si trova nella Pinacoteca di Brera in Milano ed è stato dipinto circa cinquecento anni fa da Giovanni Bellini.
Osservate le tre figure rappresentate.
Le loro espressioni sono addolorate e tristi.
Il Figlio è morto e sul suo viso si possono ancora vedere i segni di tutte le sofferenze passate, del faticoso cammino del Calvario, delle lunghe ore passate in agonia inchiodato sulla Croce.
Giovanni lo sostiene piangendo e, con gli occhi rivolti al mondo circostante, sembra dire: «Uomini, perché lo avete ucciso?».
Per la Madre non esiste più nulla intorno: vedete com'è affranta e disperata? Potete immaginare quanto dolore provi per la morte di suo figlio?
Fissando sulla tela un momento così patetico della Passione di Cristo, il pittore ha voluto parlare dell'amore di Gesù per gli uomini, dell'ingiustizia con cui essi l'hanno ripagato, del dolore di una madre per la morte del figlio.
Amore, dolore, santità, ingiustizia sono sentimenti che tutti comprendono, in ogni tempo. Anche voi, nella vita di tutti i giorni, potete essere tristi o lieti, fare cose giuste o cose ingiuste, essere buoni o cattivi, provare dolore o piacere. Così, guardando questo quadro, potete ancora udire la voce di chi lo ha fatto, come se fosse presente, che dice: «L'immagine di dolore che vedete è il risultato di una cattiva azione. Non commettetene mai!».
Giovanni Bellini: "La pietà"
Un'immagine di pace e di serenità ha voluto tramandare Chardin dipingendo degli oggetti.
Se siete addolorati, se vi è successo qualcosa che vi abbia fatto inquietare, guardate questo quadro (vedi figura). Sono solo delle cose inanimate, degli oggetti disposti su un tavolo, ma in un insieme così sereno che non potrete fare a meno di placarvi.
Osservandolo bene, immergendovi in esso, non vi sembra forse d'udire la voce del pittore che dice: «Su, non vale la pena di prendersela tanto. Basta guardare il mondo che ci circonda con occhi diversi e se prima vedevamo tutto nero ora tutto ci sembrerà bello.»?
Rappresentazione di alcuni "oggetti" dipinti da Chardin
Consideriamo ora un paesaggio dipinto da Van Gogh. Avete mai visto un campo di papaveri tanto rigoglioso, tumultuoso e aggressivo?
Probabilmente quel campo, mentre Van Gogh lo dipingeva, era un campo non diverso da tanti altri: il tumulto, il pittore, l'aveva nell'anima! Per Mirò, invece, dipingere è come ricordare.
Sulla tela i colori ad olio rievocano la sua infanzia passata in Catalogna, gli oggetti e le cose della natura che la sua fantasia di bambino un tempo animò, facendo loro assumere aspetti fiabeschi. Egli vuol dirci quanto rimpianga quei tempi lontani, preferendoli di gran lunga agli affanni della sua vita d'adulto.
Capite? Gli oggetti, le cose, il mondo che ci circonda sono un mezzo per esprimere ciò che abbiamo dentro, i nostri pensieri, le nostre gioie, i nostri dolori, i nostri rimpianti.
Sono le parole dei nostri discorsi che noi possiamo disporre e combinare a nostro piacimento.
Sono la materia inanimata alla quale i nostri sentimenti infondono vita.
Ecco, dunque, perché è bello ed importante dipingere. Ed ecco, quindi, perché l'opera di un Artista deve essere sempre avvicinata, oltre che con interesse e curiosità, anche con grande rispetto, il rispetto per le idee di un uomo ritrasmesse in termini poetici, spesso così cariche di valore da renderci migliori.
PERCHÉ DIPINGIAMO IN MODI DIVERSI?
Alla base di un quadro sta il disegno, la nostra capacità di riprodurre dal vero gli oggetti.
Come abbiamo visto tutto può servire, figure umane, cose, paesaggi, per esprimere pensieri e sentimenti.
Il risultato dipenderà, oltre che dalle nostre intenzioni, dal fatto, cioè, che il nostro discorso sia triste o sia lieto, anche dal tipo di colore che useremo.
Esistono varie tecniche di pittura, a seconda della natura del colore che s'impiega, e ognuna di esse dà dei risultati diversi. Prendiamo ad esempio quella delle matite colorate, quella coi colori ad olio, e quella ad acquarello.
I colori da usare hanno tutti, come base, i pigmenti, la sostanza colorante che una volta veniva estratta dalle piante e dagli animali e che oggi si ricava dai minerali ed in laboratorio chimico.
Differiscono, invece, per quanto riguarda l'impasto e la preparazione.
La punta delle matite è una composizione di pigmento e argilla fatta essiccare in stampi e racchiusa in un bastoncino di legno.
I colori ad olio hanno come fissatori degli olii grassi, tra cui l'olio di lino.
L'acquarello raggiunge effetti molto delicati poiché il colore, in genere venduto secco in piccole tavolette, viene sciolto dal pittore in acqua.
È importante conoscere a fondo la materia che si vuol usare per esprimersi, altrimenti detta una cosa, chi guarda può intenderne un'altra.
E voi che desiderate, quando parlate, esser compresi nel verso giusto, vorrete altrettanto nel caso in cui decidiate di apprendere e quindi di esprimervi con il meraviglioso linguaggio dei colori.